Japan Madness

Io e le mie pazzie...

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    scrittrice88
    Post: 141
    Età: 35
    Sesso: Femminile
    00 14/10/2007 00:33
    Ovvero quello che faccio quando ho tempo libero...

    Come avevo già accennato, in un momento di pura pazzia depressiva post-esami, ho deciso di scrivere racconti a commissione.
    Questo significa che i miei amici mi hanno detto un genere o un incipit per scrivere un racconto con loro protagonisti.
    Dovete poi sapere che tutti i miei amici sono pazzi...Quindi non sono le persone che ti chiedono un fantasy o un western(Vabbè, questi me li hanno chiesti ma dettagli xD)...Anche cose tipo "Il contesto è che io cammino in mezzo alla gente, loro mi fanno del male ma io non posso/voglio rispondere per un motivo superiore...(Non era molto chiara come cosa°°) Oppure..."Epoca post-apocaliptica, tutti il genere umano maschile è...ehm...deceduto, tranne il sottoscritto. Ah si, è voglio morire facendo sesso...(Questo non so se pubblicarlo, dipende dalla vostra capacità di scandalizzarvi o meno °°)
    Quindi posterò qualcuno di quelli che ho scritto, spero vi piacciano^^


    Questo me l'ha chiesto un mio amico, Tommaso, in arte Mere, con il genere fantasy ma non epic...Qualcosa di molto più leggero...E conoscendo la sua passione per una certa favola...Ecco a voi quello che ne è uscito^^


    Un rombo lontano risuonò nell’aria, il vento spazzava con violenza la polvere sulle strade e le foglie degli alberi che, crudelmente, venivano strappate dal loro abbraccio con i rami. Il cielo violaceo preannunciava pioggia, l’aria era pesante e irrespirabile tanto faceva caldo; una luce improvvisa squarciò quella densa e grigia distesa di nuvole, che sembrava fissare minacciose qualunque cosa passasse sotto di loro.
    Il passo indolente, la camminata veloce e scattante, i lunghi capelli neri come l’ala di un corvo legati in un codino che a mala pena li tratteneva ordinatamente. Uno sguardo un po’ perso, come se i suoi pensieri e la sua mente fossero lontani chilometri e chilometri, e non si accorgesse nemmeno della pioggia che cominciava lentamente a cadere in grosse gocce. Gocce che si andavano a posare quasi con fragore sul selciato sabbioso, che prendeva lentamente un colorito più scuro…Lentamente grosse macchie cominciarono ad allargarsi, come macchie di sangue, che si riflettevano nel ragazzo che camminava.
    Fu un lampo.
    E lo vide.
    Un fulmine illuminò la sua superficie sporca, il suo manico rovinato, l’argento ormai opaco, sempre che di argento si trattasse. Era adagiato quasi con delicatezza su questo manto di erbetta, verde come i diamanti, luccicante di pioggia come se volesse farsi notare a tutti i costi, come se volesse che proprio lui, con il suo sguardo perso, lo vedesse e lo raccogliesse, lo tenesse tra le sua mani grandi e lo rigirasse e rivoltasse per cercare di capire cosa fosse.
    Voleva che lo guardasse con un’espressione stupita, che guardasse attentamente attraverso quella sporcizia per vedere la sua vera essenza, la sua vera anima. Voleva vederlo spalancare gli occhi sorpreso quando avesse visto muoversi qualcosa al suo interno, ombre fugaci che attraversano la superficie diventata improvvisamente lucida, diventata improvvisamente trasparente e della consistenza dell’acqua, diventata improvvisamente delle tonalità dell’argento liquido, che si increspa formando piccole goccioline che vanno a posarsi sulla sua mano.
    Vedere i suoi occhi spalancarsi dalla meraviglia mentre fissa con sguardo concentrato le piccole perle sul suo palmo…Le iridi sembrano farsi più scure, lucide come ossidiana liquida, brillanti come un fuoco che non brucia.
    Poi qualcosa…Che attira inesorabilmente il suo sguardo ormai curioso…Un ombra con lunghi capelli biondi, un ombra che…piange…
    E improvvisamente non è più lì, non è più in piedi, non ha più tra le mani quel misterioso oggetto, non vede più un ombra.
    Fissa la bambina che piange, che singhiozza tristemente mentre quella cascata di capelli color oro filato riluce nella luce verdastra del bosco. Non si chiede nulla, non domanda nulla, non si guarda nemmeno in giro. Si abbassa piano al livello della bambina e le fa una carezza sui capelli, che scopre morbidi e vellutati come se fossero aria intessuti di cielo.
    La bambina alza gli occhi, con qualche lacrima imperlata sulle ciglia, occhi di un verde meraviglioso, un bosco in cui perdersi, due smeraldi in cui smarrire l’anima. Guarda il ragazzo che continua ad accarezzarle la testa in un gesto tenero quasi meccanico, continuando a fissarla intensamente. Non riesce a capire, forse non gli interessa capire cosa sta succedendo. Il mondo di fiaba in cui è capitato, la bambina che desiderava consolare, tutto questo lo stordisce ma in fondo non sa capire nemmeno lui cosa vuole. La prende per mano e gentilmente la fa alzare in piedi e si alza a sua volta.
    Un moto di tenerezza lo invade quando vede che la ragazzina non gli arriva nemmeno alla spalla. Continua a tenerle la mano come un fratello maggiore mentre si incamminano lungo uno dei tanti sentieri che percorrono quel boschetto fitto e scuro. Una montagna di cartelli sono infissi ad ogni angolo e una serie di strani rumori li accompagnano ma il ragazzo e la bambina sembrano camminare ignari di tutto, quasi a volersi confortare a vicenda per la situazione in cui si trovano.
    Non riescono a spiegare quello che li lega, non si conoscono nemmeno, non conoscono nemmeno i loro nomi. Sanno solo che in una brutta situazione l’unione fa la forza, un sorriso, una carezza fanno la felicità anche da parte di sconosciuti perché significa che forse non si è mai soli. Certo, magari un raggio di sole non spazza via l’oscurità ma qualcosa illumina. Sta a ciascuno scegliere cosa illuminare, se un angolo che resterà buio o una parete che si illuminerà di una luce bianca e accogliente.
    Camminano mano nella mano, ignorando una voce, una voce acuta, sarcastica che quasi prendendoli in giro canticchia – Le strade della Regina, le strade son tutte della Regina – Il ragazzo vede una coda violetta che sparisce dietro il ramo di un albero ma non ci fa caso. Continua la sua marcia, tenendo la mano della ragazzina che lo guarda fiduciosa, rallentando ogni tanto il passo per non farla stancare. Poi sentono dei passetti veloci che corrono verso la loro direzione. E sentono di nuovo la risatina echeggiare tra gli alberi della foresta – I soldati della Regina… -
    I due ragazzi cominciano a correre verso una porta che si staglia su quello che sembra il fondo della foresta, un fondo di cartone, come le scenografie a teatro.
    Questa è solo una storia. Il giovane guarda la bambina. No, per me è più di una storia.
    E improvvisamente una voce, che gli risuona nella testa, una voce dolcissima, come il miele, ma forte, come l’acciaio. La tua storia ormai è terminata. Tu devi andare. Lui scuote la testa. Non vuole, non se la sente. La sua invece non ancora. La sua storia deve ancora essere scritta. La tua è già stata scritta. Ognuno deve tornare alla sua vita. Lui scuote di nuovo la testa. E in quel momento un movimento attira la sua attenzione.
    La bambina gli tira la maglietta e lo guarda con uno sguardo sincero, gli occhi brillanti, quegli smeraldi che da subito l’avevano incantato. Gli da in mano una piccolissima chiave d’oro. Vuole che la prenda. Serve per aprire la porta. Lui deve andare. Gli vuole bene per quello che ha fatto. L’ha aiutata a non avere più paura. Perché c’è sempre qualcuno accanto che ti aiuta a percorrere una strada difficile. C’è sempre qualcuno pronto a tenderti la mano quando ne hai bisogno, quando non sai più che strada scegliere, perché è troppo difficile continuare.
    Lui prende la chiave dalle mani piccole e bianche di lei e la guarda negli occhi, con uno sguardo sicuro. Lei lo ferma – Non so nemmeno come ti chiami - - Tommaso - - Alice - - Lo so –
    Con un sorriso lui apre la porta e una luce bianca accecante lo investe. Chiude gli occhi.
    Quando li riapre si scopre bagnato fradicio, sotto la pioggia martellante, ai lati di una strada che conosce bene, con in mano uno specchietto antico che non sa nemmeno da dove provenga. È ancora incrostato di sporcizia, il manico d’argento è ancora opaco ma adesso riesce a leggere una lettera che prima non aveva visto.
    Una A.


    [Modificato da Yoruichi 14/10/2007 01:04]
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    Yoruichi
    Post: 199
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    Sesso: Femminile
    Amministratore
    00 14/10/2007 01:52
    complmenti davvero molto bello *___*
    E per quanto lungo, secondo me è abbastanza scorrevole nella lettura.....bravissima *W*

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    Chichi67
    Post: 283
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    Sesso: Femminile
    00 15/10/2007 20:32
    Quoto totalmente Yoruichi è bello e sei davvero molto brava a scivere mi ha appassionato tantissimo sono rimasta senza fiato sino alla fine!! [SM=g18949]

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    scrittrice88
    Post: 141
    Età: 35
    Sesso: Femminile
    00 16/10/2007 23:54
    Grazie**
    Che bellissimo complimento**
    Grazie!
    Posso chiamarti anch'io mammina?**
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    Chichi67
    Post: 283
    Età: 56
    Sesso: Femminile
    00 17/10/2007 07:42
    Ma certo che puoi sono onorata di avere adottato un altra ragazza in gamba e che scrive come te risparmio sui libri almeno!! [SM=g18951]

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    Zell Dincht92
    Post: 98
    Età: 31
    Sesso: Maschile
    00 17/10/2007 20:44
    mammina ma anke io ti faccio risparmiare su qualk'osa sulla kavolate gratuite che ti offro tutti i giorni su MSN!
    -------------------------------------------------------------------------------
    Vivi e soffri per ciò in cui credi
    Lavora come se non avessi bisogno di soldi
    Balla come se nessuno ti stesse guardando
    Canta come se nessuno ti stesse ascoltando
    Goditi ogni attimo della tua vita
    Pentiti solo di ciò che non hai fatto
    Vivi come se dovessi morire domani
    Pensa come se non dovessi morire mai
    Ricorda che niente è impossibile
    Se esiste un limite,raggiungetelo per poi superarlo
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    scrittrice88
    Post: 141
    Età: 35
    Sesso: Femminile
    00 17/10/2007 23:39
    Su non essere geloso *Fa carezza*

    Questo è stato dedicato alla mia amica Bianca^^

    Era un’ombra, flessuosa, agile, scattante e libera. Le dita si muovevano con sicurezza sul pesante lucchetto d’argento, come solo un virtuoso del violino riuscirebbe sul suo strumento.
    Il forziere si schiuse sotto i suoi occhi meravigliati rivelando montagne di tesori inestimabili, mai scoperti ne trovati.
    Nessuno ne avrebbe sentito la mancanza. Certamente non i loro legittimi proprietari. Non avevano la testa per pensare a simili sciocchezze, proprio mentre la rivoluzione francese ferveva e rischiavano la ghigliottina .
    Prese in mano una collana fatta di perle grandi quanto una nocciolina e un diadema con un rubino grande quanto una noce.
    Si trattava bene la cara Maria Antonietta mentre il suo popolo moriva di fame.
    Improvvisamente una luce abbagliante provenne dalla porta dietro di lei. L’intera stanza fu investita da un’ondata di calore che la lascio leggermente stordita.
    Si riprese velocemente.
    Calcolò che aveva più o meno 1 minuto prima che riuscissero a sfondare lo scudo temporale che aveva piazzato all’entrata. Con delicatezza prese i pezzi più costosi di quella meravigliosa collezione e li depose in un letto di velluto in una comune valigetta nera appoggiata al pavimento in pietra grezza.
    Le torce ai quattro lati della stanza si spensero di colpo mentre un leggero odore di etere si spandeva nell’aria.
    Ancora pochi secondi.
    Velocemente prese una bomboletta e spruzzò abbondantemente i suoi tesori con il contenuto; la valigetta si chiuse con un colpo secco.
    Guardò alla sua destra, dove sorgeva un muro rivestito con un vecchio arazzo; dietro di esso c’era un corridoio.
    Perfetto.
    Nel momento in cui la barriera fu sfondata, la ragazza lanciò un oggetto di forma sferica contro la parete e premette un piccolo pulsante sul suo orologio da polso.
    -Polizia temporale, ferma!
    Un urlo provenne dalla porta.
    Contemporaneamente una nube grigiastra provenne dal muro, disorientando per qualche secondo i due uomini.
    La ragazza ne approfittò per scappare, lanciandosi di peso contro il muro che si ruppe come se fosse fatto di carta.
    I due si lanciarono subito all’inseguimento, mentre uno dei due comunicava le coordinate alla centrale dell Polizia Spazio-Temporale.
    -Mi serve una squadra di Recupero Contesto, usata bomba molecolare contro una parete.
    12 ottobre 1793, aspetto rinforzi.
    La corsa sembrò non finire mai, poi…
    Vicolo cieco.
    -Sei in trappola. Sei in arresto per furto aggravato e Viaggio senza autorizzazione oltre il Confine.
    Lei li guardò con un sorrisetto e scoppiò a ridere di gusto.
    -A mai più rivederci, cronosbirri dei miei stivali.
    E continuando a ridere fece una graziosa riverenza. Poi l’ologramma si dissolse in una leggera nube elettromagnetica, lasciando i due uomini di sasso. Quelli si guardarono inorriditi per poi correre indietro.
    Ma era troppo tardi.
    La ragazza aveva aperto un crono passaggio per tornare senza essere vista alla sua epoca.
    Il flusso di persone al Gate era abbondante come sempre; si accodò e si lasciò trascinare fuori, all’aria aperta, in mezzo a smog e aria riciclata.
    Guardò l’orologio che aveva al polso.
    Segnava le 12,30.
    Aveva giusto il tempo per andare al ristorante a incontrare un vecchio amico.
    Si specchiò velocemente in una vetrina per sistemarsi i capelli a caschetto scuri come una notte senza luna. I lunghi pantaloni di seta nera cadevano a pennello sugli anfibi, un piccolo tocco eccentrico che la rendevano unica. La camicetta dello stesso colore le sottolineava le forme sinuose.
    Era a posto.
    L’aria nel ristorante era calda e satura di ogni tipo di odore; cercò di districarsi dalla marea di folla e lo vide appoggiato al bancone del bar, che fissava assorto un cocktail.
    La luce al neon si rifletteva sui sottili capelli dorati, gli occhi del colore del ghiaccio persi a giocherellare con l’oliva nel bicchiere.
    Quando la vide la salutò con un bacio leggero.
    -Bianca…
    -Angelo…Sono felice di vederti
    -La cosa è reciproca- Sorrise dolcemente-Allora come stai? Il lavoro?
    Lei con un sorrisetto compiaciuto adocchiò la valigetta che ancora teneva in mano.
    -Magnificamente-

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    Chichi67
    Post: 283
    Età: 56
    Sesso: Femminile
    00 18/10/2007 07:24
    Anche questa stupenda non c'è che dire! [SM=g18944]
    Ne voglio una per me sei braviccima!! [SM=g18954]

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    scrittrice88
    Post: 141
    Età: 35
    Sesso: Femminile
    00 18/10/2007 23:44
    Grazie** Che bei complimenti^^
    Te ne faccio volentieri una ma non so quanto dovrai aspettare ^^'
    Ne ho in cosa una cosa come...Vediamo...5 di cui una ho paura sarà terribilmente lunga e per cui il richiedente mi romperà le palle fino allo sfinimento...(Vero Dark?-.-')E con il poco tempo che ho avrai da aspettare ancora un pochino^^Ma te la farò, mammina^^


    Questa è quella che ho scritto per la mia amica Vane, che mi aveva chiesto un semplice Shoujo...
    Il rumore delle spade che cozzavano tra di loro era assordante, il respiro dei due combattenti pesante per la fatica.
    Era uno scontro impari.
    Uno era agile, veloce, saltellava come una cavalletta affondando e parando i colpi velocemente, l’altro era più forte ma più lento, faticava a muoversi e spesso non riusciva a difendersi dalle stoccate dell’altro.
    Con un ultimo affondo la lama si infilò come un coltello caldo nel burro nel corpo dell’uomo, che guardava con stupore misto a rabbia la persona davanti a lui.
    L’armatura si schiantò al suolo con un fragore che fece tremare la terra sotto i suoi piedi, dove scomparve lentamente tra scariche elettromagnetiche.
    L’elmo venne tolto con fatica e cadde a terra con un tonfo.
    Una cascata di riccioli color caramello cadde sulle esili spalle della ragazza, andando a incorniciare un viso dai lineamenti d’angelo. Angelo con un paio d’occhi che bruciavano come il fuoco.
    -Ho vinto io, stronzo bastardo- Ringhiò la ragazza con rabbia malcelata.
    Calciò violentemente un sasso che si trovava di fronte a lei e pensò che aveva bisogno di sfogarsi ancora un po’. Guardò l’orologio che aveva al polso. 17,30.
    Era l’ora di punta, in S.W.O.R.D.
    Tutti i ragazzi tornavano da scuola e si connettevano per riunire i propri eserciti e discutere la strategia con i loro capi-clan per le Guerre di Frontiera.
    Ci sarebbe stata connessa un bel po’ di gente, soprattutto tanti ragazzi da sterminare.
    I suoi occhi si incupirono…
    Quel bastardo…Cazzo come le rodeva!
    Sentì la rabbia invaderla al ricordo del suo ragazzo, anzi il suo ex-ragazzo, che se la faceva con un’altra proprio sotto il suo naso; si avviò lungo il sentiero sperando ardentemente di incontrare qualcuno con cui combattere.
    E non restò delusa.
    Un gruppetto di ragazzi in cerchio, con uno al centro.
    Il suo spirito si infiammò.
    6 contro 1.
    Razza di carogne.
    Non era il momento migliore per farla incazzare.
    E poi lo attaccarono.
    Era bravo. Terribilmente bravo.
    Ma loro erano troppi.
    Anche la ragazza si gettò nella mischia, menando fendenti a destra e sinistra, facendosi largo fino a trovarsi schiena contro schiena con lo sconosciuto, che nel frattempo aveva usato l’elmo come una clava, che si era schiantata contro il cranio del primo che aveva avuto sotto le mani.
    La prima cosa che vide furono i capelli.
    Folti capelli del colore del cioccolato che rilucevano sotto il sole morente all’orizzonte.
    -Ho visto quei vigliacchi che ti attaccavano e ho deciso di aiutarti. Ti dispiace se mi diverto un po’ anch’io?
    Lui in risposta scoppiò a ridere e insieme cominciarono a menare i pochi superstiti, che se la svignarono come se avessero il diavolo alle calcagna. Gli altri erano ormai tornati alla Start Room.
    La ragazza rinfoderò la spada e si girò a osservare meglio il suo nuovo compagno di avventure.
    Due occhi del colore del legno di sandalo la fissavano sorridendo. Tese la mano deciso
    -Tetsuhito, piacere
    Piacevolmente stupita strinse lentamente quella mano calda mormorando
    -Nawari, piacere
    -Allora, amazzone sconosciuta, vuoi continuare con me?
    -D’accordo- E per la prima volta da settimane sorrise sinceramente.
    Girarono un po’ per il bosco poi, dopo aver ucciso qualche bandito, andarono a fare un giro al villaggio.
    -Oh cavoli! E’ quasi ora di cena! Devo andare!
    -Sì anch’io devo andare…
    -E quindi…Bè, ci vediamo dall’altra parte…Ok?
    Fece un cenno affermativo e guardò l’orologio. Cliccò sul menù Exit Game e, dopo aver confermato, si ritrovo in una stanza piena di piattaforme con i visori per giocare. La Start Room.
    Si tolse le varie attrezzature e le ripose con cura al proprio posto.
    Un debole “ciao” la costrinse ad alzare gli occhi: era il ragazzo di prima!
    Era molto carino anche nella realtà…Solo un pochino più impacciato, come se cotta e spada gli dessero una qualche forza magica nascosta…
    -Ciao- Lei sorrise e lui le rispose con un’espressione dolcissima.
    -Ti va un giorno di rivederci per un caffè?
    -Non c’è problema…
    Si avviarono insieme verso l’uscita e si salutarono con la promessa di rivedersi il giorno seguente.
    Dopotutto, se lo vuoi ogni cosa è possibile, basta crederci…












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    Chichi67
    Post: 283
    Età: 56
    Sesso: Femminile
    00 19/10/2007 11:40
    Grazie Laura aspetterò!!
    Adesso mi fermo coi complimenti tanto ormai hai capito che mi piacciono i tuoi racconti ma c'è una cosa che mi irrita un pò ma possibile che questi piccoli capolavori li legga solo io?
    Ohhh ragazzi sveglia un pò più attivi siete diventati un pò amorfi lo sò che siete impegnati con lo studio o col lavoro ma possibile che non troviate più manco il tempo di leggere o semplicemente di dire la vostra? [SM=g18943]

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    scrittrice88
    Post: 141
    Età: 35
    Sesso: Femminile
    00 20/10/2007 00:10
    Ma su mammina, non agitarti pure tu!( Lo fa già abbastanza quella vera O_o)
    Anche se non li leggono non importa XD Tanto so di scrivere bene U_U
    No bè scherzo, ho ancora molte cose da migliorare però se anche solo a una persona piacciono mi va bene^^
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    Takochan
    Post: 97
    Età: 36
    Sesso: Femminile
    00 22/11/2007 18:08
    Scorrevolissimi e piacevoli.
    Complimentoni, scrivi davvero bene ;)